
I vertici del Politecnico a Napoli al XX° Convegno Nazionale CoDAU
Il futuro dell’università italiana si gioca principalmente su tre fattori: l’impatto sulle iscrizioni della decrescita della natalità, la percentuale di studenti che sceglie un percorso universitario dopo la scuola superiore e la mobilità degli studenti fra le regioni italiane e con l’estero. Tali condizioni aumentano la competizione fra gli atenei e rimettono al centro le esigenze degli studenti.
Il Direttore Generale Vincenzo Tedesco, vice presidente vicario del Codau, e i dirigenti dell’Ateneo hanno partecipato offrendo il loro contributo e le loro best practice sul tema dell’impatto sociale delle università e le aspettative della generazione Z. Comprendere adeguatamente le aspettative delle nuove generazioni di studenti è infatti necessario, oltre che utile, per individuare le modalità e gli strumenti con i quali le università possono rispondere e programmare il loro futuro.
Accanto al confronto con giovani ed esperti sono stati affrontati anche argomenti più tecnici quali lo stato di avanzamento dei progetti del PNRR, gli alloggi universitari e la sostenibilità ambientale, l’utilizzo delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale.
Gli interventi hanno evidenziato da un lato lo stato attuale degli atenei, la forte spinta propulsiva che li coinvolge, la capacità di intervento e il coinvolgimento di professionalità necessariamente sempre più avanzate; dall’altro le opportunità che si presentano sullo sfondo e le criticità che rallentano e, in taluni casi ingessano, la crescita che siamo chiamati a realizzare.
In particolare, si è discusso anche della terza missione in un panel coordinato da Vincenzo Tedesco che ha visto anche la partecipazione del Rettore Guido Saracco. La terza missione è di recente entrata nel percorso di accreditamento delle università italiane, mentre anche i ranking internazionali aprono a parametri di impatto sociale come la sostenibilità e l'impiegabilità dei laureati. Questa nuova dimensione di impatto nell'azione delle accademie rappresenta una sfida con cui confrontarsi sia per la performance nei processi di accreditamento sia per la soluzione delle grandi sfide globali.
In questo quadro la generazione Z sta conoscendo e sperimentando un’università in trasformazione; chiede all’Università qualità nella formazione, condizioni di accesso favorevoli, infrastrutture accessibili e moderne e attenzione agli strumenti della comunicazione digitale, al fine di continuare a permettere la mobilità sociale.
Di conseguenza cambiano strutturalmente anche i modelli organizzativi degli atenei e la gestione delle risorse umane, finanziarie e tecnologiche; la velocità di questo cambiamento stride con il ritmo più lento delle riforme e si interseca, molte volte con fatica, nei vincoli di sistema.
Regolare senza imbrigliare è oggi la sfida del management universitario italiano.
Al termine del suo ventesimo convegno nazionale e all’inizio di questo nuovo anno accademico, la comunità professionale dei manager universitari guarda al futuro con responsabilità e concretezza, garantendo il massimo impegno per incontrare le aspettative degli studenti e ponendosi al servizio del Paese nel campo della ricerca, dell’innovazione e dell’inclusione sociale.
Il Dottor Tedesco ha così commentato al termine dei lavori del convegno: “La funzione del Direttore Generale diventa ancora più centrale per garantire la buona amministrazione e la tenuta di tutto il sistema universitario, per la gestione dei servizi agli studenti per garantire l’impatto sociale delle università ma anche per essere all’altezza delle sfide e delle opportunità di questo particolare momento, soprattutto per effetto anche dei finanziamenti derivanti del PNRR”.