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18/09/2024
In Ateneo

Francesco Profumo si racconta al Politecnico

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Francesco Profumo

Passione e visione. E, naturalmente, Politecnico. Sono questi i termini che riassumono la biografia del professor Francesco Profumo, che ieri si è raccontato in una lunga intervista in Aula Magna con il direttore de La Stampa Andrea Malaguti, in occasione del conferimento del titolo di professore emerito dell’Ateneo “per il grande contributo che ha dato al Politecnico, all’Università italiana e al Paese”, come ricordato dai professori Alberto Tenconi ed Ettore Bompard del Dipartimento Energia, che ha promosso la nomina.

In apertura, dopo i saluti del Sindaco Stefano Lo Russo, collega di Profumo in Dipartimento, e del Sottosegretario alla Presidenza della regione Piemonte Claudia Porchietto, il Rettore Stefano Corgnati ha voluto portare un suo ricordo personale del professore che siglò sul suo libretto universitario il voto dell’esame di elettrotecnica: “Dobbiamo molto come Ateneo a Francesco Profumo e ripercorrere la sua storia è un bel modo di raccontare la nostra storia come Politecnico”, conclude Corgnati.

Date e incarichi si sono quindi susseguiti nel dialogo tra Profumo e Malaguti, accompagnato dal pianista Alfredo Rizzo e dalle realizzazioni grafiche in diretta di RubraStudio: il racconto di una vita ricca di decisioni e opportunità, fin da quando nel 1977 Profumo si laureò al Politecnico di Torino e svolse per un periodo l’attività di esercitatore. Seguirono gli anni di attività come ingegnere progettista presso il Centro per la Ricerca e Sviluppo della società Ansaldo, durante i quali Profumo tornò nella sua città natale, Savona. “Pensavo che sarei rimasto in Liguria e avrei vissuto lì la mia vita, e invece…”, commenta Profumo, che racconta così la prima telefonata che gli ha cambiato la vita, quella del professor Paolo Ferraris, che lo volle come ricercatore al Politecnico. Era una decisione da prendere al volo, e Profumo, supportato dalla sua famiglia, colse l’opportunità, consapevole che “altrimenti l’università gli sarebbe sempre rimasta nel cuore”

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Il Rettore Stefano Corgnati e Francesco Profumo

La sua carriera al Politecnico è iniziata nel 1984, con gli incarichi in Senato accademico, che all’epoca aveva una funzione costituente, considerato il profondo cambiamento che stavano attraversando le università italiane, poi il ruolo di Preside della I facoltà di ingegneria e i successivi due mandati rettorali, dal 2005 al 2011. Sul racconto di quegli anni scorrono le immagini dei progetti che hanno fatto del Politecnico quello che è oggi: per prima cosa, il “Raddoppio“, avviato dal suo predecessore Rodolfo Zich, ma realizzato nei fatti da Profumo, che in soli 18 mesi riuscì a costruire la maggior parte di quella che lui volle interpretare come una vera e propria “Cittadella politecnica”, con un modello del tutto innovativo in cui didattica e mondo delle aziende convivevano per dare da un lato la possibilità agli studenti di fare esperienze lavorative fin dal loro percorso universitario, e dall’altro alle aziende l’opportunità di lavorare in stretto contatto con la ricerca accademica. Un altro elemento fondante del suo mandato fu l’internazionalizzazione, da un lato con la via aperta verso l’Asia, e la Cina in particolare, per accrescere il numero di studenti stranieri istituendo per la prima volta corsi in lingua inglese; dall’altro lato, Profumo invitò a Torino numerosi premi Nobel internazionali (da Kroto a Heeger, a Rita Levi Montalcini), per allargare lo sguardo dell’Ateneo verso il mondo e collocarlo tra le migliori università internazionali. Un riconoscimento internazionale attestato anche dall’ottenimento della presidenza del G8 dell’università nel 2009, momento in cui rettori e accademici delle principali università dei Paesi più sviluppati e non solo arrivarono al Politecnico, che “all’epoca era sotto i riflettori per le scelte e per il nuovo modello di università che stavamo portando avanti”, continua Profumo.

Nel 2011, Profumo divenne Presidente del CNR, ma, soprattutto, con la costituzione del governo Monti insediatosi nello stesso anno, fu nominato Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ruolo che mantenne fino al 2013 con la fine del governo. La sua carriera successiva è costellata di incarichi in importanti società, a partire da Iren di cui fu Presidente dal 2013 al 2016, associazioni e fondazioni, prima fra tutte la Compagnia di San Paolo, che guidò dal 2016 al 2024. Oggi Profumo è Presidente di Isybank, del Fondo Quadrivio, di ESCP Business School Torino-Parigi e di Uni-Italia; è anche membro dello European Innovation Council della Commissione Europea e Rettore di OPIT-Open Institute of Tecnology.

Tanti incarichi, tante scelte, che sono stati possibili solo grazie al sostegno della sua famiglia che l’ha sempre sostenuto, come ha tenuto a sottolineare il professor Profumo, accompagnato nell’ultima fase della cerimonia proprio dall’ultima nata, la sua nipotina Lavinia. Ma Profumo tiene a ringraziare anche un’altra “famiglia”, quella politecnica, che gli ha permesso di fare scelte coraggiose, spesso anticipando e percorrendo i tempi, perché “per cambiare un’istituzione non serve per forza una legge. Serve una visione, un disegno. E io credo di aver sempre cercato questo cambiamento, e di averlo conseguito anche grazie al supporto di chi mi è stato accanto e ha seguito le mie idee. Questo Ateneo è capace di fare le cose perché ha sempre investito nelle persone: è questa l'anima che ci tiene uniti”. Una “famiglia” che ieri si è raccolta intorno a lui per festeggiarlo.

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