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16/12/2024
Ricerca e innovazione

Challenge@PoliTo per crescere insieme

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Visita sul campo durante una Challenge@PoliTo

Conoscenza e condivisione. Per crescere tutti e, se possibile, avviare percorsi comuni di ricerca e lavoro. É lo spirito delle Challenge@PoliTo nate come “attività didattiche innovative”, che in realtà sono molto di più: una scoperta reciproca di potenzialità che trovano modo di concretizzarsi nell’incontro tra studenti e imprese. Le Challenge@PoliTo sono attività che rientrano nel carico didattico degli e delle studenti partecipanti, e che rappresentano anche grandi opportunità per le imprese che le ispirano.

Le Challenge@PoliTo sono state avviate nell’anno accademico 2019/2020; da allora ne sono state organizzate circa 50 con le imprese, vere e proprie sfide per trovare l’idea più innovativa: 30 studenti di Laurea Magistrale provenienti da tutti i corsi di laurea del Politecnico (Ingegneria, Architettura, Design, Pianificazione) e selezionati attraverso una call lavorano suddivisi in team multidisciplinari per cercare nuove soluzioni che risolvano i problemi proposti dalle imprese. 

Orazio Pennisi, Esperto di dominio dello Sviluppo Cultura Imprenditoriale al Servizio Master, Formazione Continua e Challenge della Direzione Ricerca, Rapporti con le Imprese e Innovazione del Politecnico, precisa: “I vantaggi sono reciproci. Lo o la studente che partecipa all'attività di Challenge, conosce e si fa conoscere dall'azienda con cui possono nascere delle successive collaborazioni, ma riceve anche dei crediti curriculari formativi. L’azienda ha modo di incontrare giovani talenti, ma anche fruire di una multidisciplinarietà formativa e scientifica che in altre sedi sarebbe difficile avere”

Per le imprese in particolare, le Challenge@PoliTo possono essere molto importanti in termini di conoscenza di giovani ma anche di Open Innovation che deriva da punti di vista diversi che si confrontano su uno stesso tema. L'attività dura 14 settimane tra didattica, visite e incontri con l’azienda, elaborazione del progetto, fino al momento di scambio finale tra i diversi team e l’impresa stessa. 

“Le Challenge@PoliTo portano benefici per tutti gli stakeholder: gli e le studenti, le aziende, le ricercatrici e i ricercatori – commenta Francesca Montagna, docente presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione-DIGEP – Certo, non sempre nei tempi delle challenge si raggiunge un risultato in termini di innovazione di prodotto, processi o servizi; in alcuni casi si trova una soluzione, in altri casi si soddisfa un bisogno esplorativo. Comunque si tratta di esperienze dalle quali tutti gli attori coinvolti hanno occasione per apprendere”

Per le imprese in particolare, Montagna individua almeno tre ordini diversi di vantaggi. Prima di tutto quelli che derivano dal porre a confronto visioni differenti, dalle menti più giovani e dal contesto multidisciplinare che si crea. Poi c’è un vantaggio metodologico, perché l’impresa è obbligata a seguire un percorso di tipo “design-driven” che va dalla formulazione del problema alla ricerca di alternative di soluzione. Infine, come detto, la challenge è un’occasione di apprendimento comune e condiviso. Con una precisazione importante: l'azienda non deve pensare di ottenere un risultato “chiavi in mano” come nel caso di un progetto di consulenza. Sono progetti in cui l’azienda è chiamata a mettersi in gioco.

Qualche esempio basta per comprendere meglio: Sargomma, un’azienda che produce componenti derivati da idrocarburi, ha lanciato una challenge che ha lavorato sull’uso sostenibile degli scarti di lavorazione dei loro processi industriali trasformati in opportunità di business. La Zeca, che produce avvolgitori per tubi e cavi, ha avuto modo di riprogettare il proprio sistema di arrotolamento dei cavi.

“Una delle peculiarità delle Challenge@PoliTo è il carattere laboratoriale dell’attività che viene collocata all’interno del Laboratorio CLIK (Connection Lab and Innovation Kitchen), un luogo con cui attrezzature tecnologiche avanzate sono unite ad un ambiente informale e creativo – aggiunge Andrea Di Salvo, ricercatore presso il Dipartimento di Architettura e Design-DAD – un ambiente in cui viene seguito un metodo esperienziale con un momento iniziale di briefing e poi la progressiva costruzione del progetto. L'azienda ha del know-how ma deve formulare il problema in maniera aperta”

Proprio dal metodo applicato può nascere l’innovazione. Il processo di ricerca e lavoro che si sviluppa può essere divergente – cioè dare vita a riflessioni nuove, ad alternative molteplici, a spunti per nuovi prodotti oppure nuovi mercati. “Si ragiona su scenari futuribili”, sintetizza Di Salvo. Un esempio in questa direzione è il lavoro condotto con Poste Italiane per realizzare un ufficio postale che oltre alle sue abituali funzioni assicurasse anche altri servizi alla comunità.

Challenge@PoliTo, dunque, come affacciarsi alla finestra del proprio stabilimento ed entrare in contatto con il mondo dell’innovazione.