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08/09/2023
Ricerca e innovazione

Al via la prima edizione del Master of Science HySET

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Prende ufficialmente il via il primo Master of Science europeo sulle tecnologie dell’idrogeno, HySET – Hydrogen Systems and Enabling Technologies, coordinato dal Politecnico con un partenariato composto da Politecnico di Milano, Eindhoven University of Technology (Olanda), Norwegian University of Science and Technology (Norvegia) e Universitat Politècnica de Catalunya (Spagna). Punto di eccellenza del Master, l’attivo coinvolgimento, fin dalle prime fasi di preparazione della proposta, di cinque aziende internazionali operanti nel settore: Repsol, Safetec, Shell, Snam e Sintef.

Durante l’evento di presentazione, che si è tenuto il 5 settembre scorso presso l’Auditorium dell’Energy Center, il professor Massimo Santarelli del Dipartimento Energia – DENERG del Politecnico ha descritto al pubblico le caratteristiche e finalità del progetto, annunciando, come principale novità, l’arrivo dei primi undici studenti ammessi al corso. Presenti all’evento il Rettore Guido Saracco e il Vice Rettore per la Ricerca Matteo Sonza Reorda; tra i partecipanti, i rappresentanti delle aziende coinvolte nel percorso formativo e i rappresentanti delle università che costituiscono il consorzio.

Un significativo passo in avanti nel processo di riduzione delle emissioni inquinanti, quello rappresentato dall’iniziativa guidata dal Politecnico, che guarda alle tecnologie dell’idrogeno come ad una delle necessarie soluzioni per la mitigazione dei cambiamenti climatici. In particolare, l’idrogeno verde si propone come l’anello di congiunzione tra le fonti rinnovabili e gli usi finali per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, fissati dall’Unione Europea per il 2050, a diversi livelli (conversione energetica, utilizzo industriale, mobilità).

Grazie alla formazione di professionisti e ricercatori con una conoscenza multidisciplinare nel settore dell’idrogeno e dei relativi sistemi, il progetto si impegna a ricercare soluzioni pratiche ai problemi complessi derivanti dalla transizione energetica. La collaborazione globale è il tratto distintivo del master, ovvero la ricerca di una cooperazione attiva tra accademia e azienda considerata essenziale per coprire l’intera value chain dell’idrogeno: tecnologie di produzione, tecnologie di stoccaggio, trasporto/logistica/infrastrutture per l’idrogeno, usi finali dell’idrogeno (stazionario, trasporti, industria, residenziale e fuel cell), sicurezza, codici e standard, includendo anche quegli aspetti socio economici che possono derivare da una transizione all’uso dell’idrogeno.

Il programma del corso sarà organizzato in 120 crediti: nel primo anno gli studenti e le studentesse acquisiranno le conoscenze fondamentali e quelle industriali, studiando in uno dei due entry point universitari (POLITO e POLIMI); nel secondo anno si trasferiranno presso una delle università partner dove seguiranno corsi di specializzazione, procedendo quindi con un tirocinio aziendale e concludendo il percorso formativo con la tesi finale in ambito internazionale.

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I primi undici studenti ammessi al Master HySET

“La tecnologia – ha spiegato il professor Massimo Santarelli nell’introdurre HySET al pubblico – svolge un importante ruolo nel risolvere i problemi, tra i quali quello della decarbonizzazione e della riduzione delle emissioni. L’idrogeno è sicuramente uno degli elementi che può contribuire, in questo senso, a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni e decarbonizzazione posti dall’Unione Europea per il 2050. La value chain per il settore dell’idrogeno prevede infatti la creazione in Europa, entro il 2030, di un milione di posti di lavoro altamente specializzati, numero che potrebbe attestarsi a 5 milioni entro il 2050. La costruzione e gestione di appropriati percorsi formativi ricopre, pertanto, un ruolo centrale per lo sviluppo del settore: assicurare elevate skills nel personale che opera sulle tecnologie dell’idrogeno è diventata oggi una questione di primaria importanza per le nostre aziende. Il master HySET, incardinato come orientamento sulla Laurea Magistrale in Ingegneria Energetica e Nucleare del Politecnico, si pone quindi l’obiettivo di formare tale categoria di professionisti, supportando la trasmissione di conoscenze nel campo dell’idrogeno in un contesto internazionale e multiculturale”.

“Quando ero un giovane ingegnere chimico – ha commentato il Rettore Guido Saraccoho affrontato il problema dell’inquinamento dell’aria e della riduzione delle emissioni dal punto di vista chimico, ma ora bisogna affrontare questo tema in una maniera più sistematica, per far fronte alle questioni fondamentali che riguardano l’ambiente. Ce lo dice anche il Prof. Jacobson di Stanford nel suo libro “No miracles needed”, che ho letto proprio di recente: non abbiamo bisogno di miracoli per salvare il nostro pianeta, perché abbiamo già a disposizione le tecnologie, grazie anche alla riduzione dei costi. L’idrogeno è tra queste tecnologie, e voi studenti non dovete dimenticare dove siete e il ruolo che potete avere nel contribuire a raggiungere gli obiettivi della decarbonizzazione”.