Luigi La Riccia

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Area Funzionari
Settore scientifico-tecnologico
Distretto del Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio (D.IST)

Docente esterno e/o collaboratore didattico
Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio (DIST)

  • Esperto di dominio Elaborazione Dati Geospaziali (Distretto del Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio)

Profilo

Interessi di ricerca

Big data analytics
Blue and green infrastructure
Digital twin
Ecosystem services
Geodatabase e gis
Geographic information system (gis)
Paesaggio
Participatory planning
Pianificazione paesaggistica
Pianificazione territoriale
Pianificazione urbanistica
Remote sensing
Servizi ecosistemici
Spatial planning
Urban planning

Biografia

Dr. Luigi La Riccia, Ph.D. in Pianificazione territoriale e sviluppo locale, tecnico presso l’SDG11lab presso il Politecnico di Torino, Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio (DIST). Svolgo attività di ricerca e di elaborazione dati geospaziali su: pianificazione urbana e territoriale, paesaggio e aree protette, infrastrutture verdi, sostenibilità ambientale e sistemi di informazione geografica (GIS e Participatory GIS). Ho svolto numerose ricerche e attività didattiche, tra cui: la stesura del Piano paesaggistico regionale piemontese (2008-2011); “Landscape Indicators. Assessing and Monitoring the Landscape Quality” (2008-2011); “Fare paesaggio. Dalla pianificazione di area vasta all’operatività locale” (PRIN 2007); la V edizione della mostra internazionale “Creare Paesaggio. Enjoy the Landscape” (2010); le “Linee guida per i paesaggi industriali della Sardegna” (2011-2012); le "Linee guida per il sistema verde di PTC2" (2015); “Participatory GIS based (OnToMap)” (2016-2018); "I Big data nella pianificazione regionale" (2018-2020). Ho anche coordinato e partecipato a 7 progetti europei (realizzati e in corso): “INTERALPES. Transport Intermodal Transalpin” (Alcotra, 2011-2013); “POLY5. Polycentric Planning Models for Local Development in Territories interested by Corridor 5 and its TEN-T ramifications” (Alpine Space, 2011-2014); " PLAT.F.O.R.M. Platform to Form Opinions Related to Mobility” (Alpine Space, 2013-2014); “IP Citygreening” (Erasmus, 2013-2014); S.T.R.E.E.T. Sustainable Transport Education for Environment and Tourism” (Erasmus +, 2015-2018); “WeGovNow. Towards We Government: Collective and participative approaches for addressing local policy challenges” (Horizon2020, 2016-2019); “LOS_DAMA! Landscape and Open Space Development in Alpine Metropolitan Areas” (Alpine Space, 2016-2019). Sono autore di 85 pubblicazioni scientifiche insieme a convegni e mostre internazionali su questi temi.

Curriculum

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Linee di ricerca

  • GIS, telerilevamento (remote sensing), Digital Twin. Questa linea di ricerca è focalizzata sull'esplorazione dei processi scientifici riguardo le strutture fisiche del pianeta e l’impatto degli insediamenti umani sul mondo, sulla base di dati provenienti da immagini e fonti documentarie utilizzando il telerilevamento aereo e satellitare e di analizzarli attraverso i sistemi di informazione geografica. Questa linea di ricerca mira alla produzione di informazioni spaziali a valore aggiunto, garantendo: - un accesso efficiente a dati cartografici, satellitari e in-situ; - lo sviluppo e l'implementazione di strumenti analitici in diversi ambiti applicativi. Questa linea di ricerca prevede l'utilizzo di soluzioni hardware quali cloud computing e risorse dedicate all’intelligenza artificiale, garantendo nel contempo, l'accesso a big data satellitari, framework di programmazione e l'utilizzo di software open source e commerciali rivolto ad utenti con diversi livelli di specializzazione.
  • Paesaggio e pianificazione locale. Il paesaggio è un aspetto fondamentale ed un elemento ordinatore per le pratiche di pianificazione e progettazione della città contemporanea. Una centralità, quella del paesaggio che ben rappresenta la necessità di rispondere all’emergenza dei fenomeni globalizzativi oggi in atto: una marcata e crescente complessità dei processi economici; trasformazioni urbane sempre più rapide ed estensive; vuoti urbani che sono emergenti anche all’interno dei nuclei urbani più densi, inclusi quelli della città storica; la dissoluzione di una chiara distinzione tra città e contesto e tra centro e periferia; l’emergere di non-luoghi e altri spazi interstiziali privi di riconoscibilità sociale. La considerazione della natura e del paesaggio nella tradizione urbanistica italiana ha privilegiato l’approccio estetico, orientato al patrimonio storico e culturale di eccellenza. In quegli anni, infatti, quando in Italia il dibattito era incentrato sulla “crisi della pianificazione generale”, a livello internazionale si poteva osservare un importante spostamento di attenzione verso la “pianificazione del paesaggio a livello locale” (La Riccia, 2017), un nuovo modo di comprendere il paesaggio nel piano, più vicino all’urgenza di ridurre i problemi ecologici e sostenuto da una idea ambientalista emergente nelle scene culturali e politiche. Da un lato, c’era e c’è una crescente necessità di porre fine ai disastri ambientali; d’altra parte, la questione del paesaggio si fondeva con forza in diversi contesti disciplinari, la cui qualità è divenuta così un obiettivo condiviso. Non si tratta però solo di riconoscibilità o desiderio di natura, perseguire una buona qualità paesaggistica vuol dire anche incorporare e prendere in considerazione le problematiche ambientali ed ecologiche, sempre crescenti, e di riconnetterle ad una più chiara idea di resilienza e di sviluppo sostenibile, al fine di evitare il rischio della perdita non solo della diversità ecologica ma soprattutto della diversità culturale.
  • Participatory GIS, Open Data e Big Data. Con un numero di persone che vivono all’interno della città e proiettato a salire a 5 miliardi entro il 2030, è importante che siano messe in atto pratiche di pianificazione e gestione urbana efficienti. Per rendere efficaci queste pratiche, la città, per dirsi resiliente deve quindi essere aperta anche all’innovazione basata sull’accessibilità ai dati e alla condivisione delle conoscenze. La pianificazione urbana e territoriale è chiamata a rispondere prontamente a questi cambiamenti, che pongono spesso problemi di difficile soluzione. Ecco il motivo per cui, parallelamente alla dimensione teorica, ho provato a sperimentare già nelle sopracitate ricerche, i temi della modellazione GIS e Participatory GIS, della pianificazione e della gestione dei database geografici, il Community mapping e la partecipazione, l’analisi dei big and open data. Credo infatti che questi strumenti siano oggi centrali per la spinta all'innovazione delle città e per le prospettive di sviluppo economico, connessi alla possibilità di includere informazioni omogenee e condivisibili che in precedenza non potevano essere trattati come efficaci. Oggi queste informazioni, possono interagire con altre basi dati (es. social media), aumentando la gamma delle possibili applicazioni anche in ambito GIS, permettendo di costruire ed ottenere non solo informazioni definite sui flussi di persone e cose, ma anche sulle percezioni, impressioni e opinioni su luoghi e paesaggi specifici. Questo mondo “iperconnesso” (Sassen, 2011) e “knowledge-based” (Laurini, 2019) costruisce nuovi spazi e determina nuovi cambiamenti nelle pratiche urbanistiche, trasformando gradualmente lo spazio a seconda delle modificate percezioni e rappresentazioni degli utenti (una città ambientalmente sostenibile e socialmente accettabile). Pertanto, considerando questi aspetti correlati a intelligenza e resilienza, possiamo identificare almeno i seguenti argomenti di innovazione: • miglioramento delle conoscenze e dei processi di analisi spaziale e delle attività di valutazione; • rafforzamento della consapevolezza territoriale e dell'apprendimento sociale. Possiamo dire che la maggiore disponibilità di informazioni (big data da web e sensori) non sta solo cambiando il processo di analisi e conoscenza del territorio, ma sta cambiando il modo in cui viviamo l’ambiente urbano e con cui le amministrazioni affrontare le trasformazioni urbane. A questo proposito, centrale è il ruolo della “conoscenza geografica” per l'informazione e la pianificazione, che aiuti a comprendere come la città possa adattarsi di volta in volta a nuove sfide. I big data potrebbero essere un elemento di innovazione degli attuali modelli di sviluppo delle città e dei paesaggi e come chiave per innescare le risposte di adattamento nella pianificazione: • affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici e la riduzione delle risorse naturali; • garantire la qualità territoriale e paesaggistica per le comunità locali e lo sviluppo socio-economico; • affrontare i rischi territoriali e innovare le strategie di gestione del rischio.
  • Sostenibilità ambientale e green and blue infrastructures. La sostenibilità ambientale e la resilienza richiedono però qualcosa di più di semplici paesaggi progettati e creati utilizzando tecnologie sostenibili. Il progetto è un atto culturale, un prodotto della cultura fatto con i materiali della natura, incorporato in una particolare forma sociale; spesso impiega principi dell’ecologia, ma fa molto di più, consentendo routine sociali e pratiche spaziali, dalle passeggiate quotidiane al pendolarismo per il lavoro. Gran parte della mia ricerca degli ultimi anni si è concentrata sul comprendere come una migliore connettività ecologica possa migliorare la qualità dei servizi ecosistemici forniti dai sistemi ambientali. Nelle città, nei paesaggi periurbani e oltre, la perdita di biodiversità e il degrado di risorse naturali hanno determinato un accrescimento dei fattori di rischio e vulnerabilità dei territori rispetto ai cambiamenti climatici, sempre più evidenti. Penso che il vantaggio delle green e blue infrastructures risieda nella multifunzionalità (concetto ben legato alle tematiche paesaggistiche) e nel fatto che generino benefici per l’uomo e l’ecosistema (salvaguardia della biodiversità e dei servizi ecosistemici forniti): in effetti, le “nature-based solutions” possono essere definite alle diverse scale ed applicate in modo integrato a edifici, siti, quartieri e interi ambiti territoriali. Molte delle soluzioni basate sulla natura si applicano alla gestione dell’acqua o almeno hanno un’influenza sul bilancio idrico. Poiché le infrastrutture verdi e blu, oltre alla valenza paesaggistica, sono in grado di mitigare gli impatti di forti piogge o temperature elevate, molte città (dove oltre il 60% della popolazione UE vive attualmente) hanno iniziato a implementarle per raggiungere gli obiettivi di gestione delle acque piovane e per promuovere piani di adattamento ai cambiamenti climatici e alle calamità naturali.
  • Walkability della città è un tema che nel corso della mia ricerca e anche professionalmente ho affrontato quasi parallelamente a quello del paesaggio, delle reti ecologiche e dei dati e che rappresenta certamente un modo per ripensare non solo lo spazio urbano ma anche la competitività dei territori. La mia domanda è: quali sono oggi e quali erano in passato le forme urbane e territoriali che favoriscono un rapporto “lento” e alternativo con lo spazio della città e il paesaggio? È chiaro che elementi e forme urbane e territoriali, insieme agli elementi di attrattività, influenzano l’individuo e i suoi comportamenti alle diverse scale e in diversi modi. Misurare la walkability non è però un’impresa semplice per la natura multidimensionale e multiscalare che il concetto sottende. Camminare è infatti una pratica connaturata all’individuo che gli consente di instaurare un rapporto diretto e non mediato con l’ambiente attraversato, e di apprezzare le caratteristiche distintive dei luoghi. Incrementare la walkability è un modo per guardare oltre la presenza, la distribuzione e la semplice accessibilità delle dotazioni urbane: la qualità spaziale e la capacità di accogliere e favorire la mobilità pedonale dell’ambiente urbano influenzano il modo in cui le persone percepiscono e usano la città. Significa anche intervenire sulle quelle caratteristiche estrinseche alle persone che favoriscono una piena espressione individuale. La mia ricerca propone quindi un ragionamento a due livelli: la walkability è stata assunta come un indicatore complesso per la valutazione dello stato dei luoghi (a livello neighborood) e diventa strumento di orientamento dell’azione progettuale volta a migliorare la vivibilità (a livello città), con l’obiettivo di riconoscere le parti dove le azioni volte al miglioramento della walkability possano essere più efficaci. Attualmente sto lavorando al perfezionamento della metodologia di valutazione della walkability attraverso l’automatizzazione delle procedure (Python) e la creazione di un’interfaccia webGIS per una maggiore usabilità.

Competenze

Settori ERC

SH2_7 - Environmental and climate change, societal impact and policy
SH2_12 - GIS, spatial analysis; big data in political, geographical and legal studies
SH2_10 - Land use and regional planning
SH2_6 - Sustainability sciences, environment and resources
SH2_9 - Urban, regional and rural studies

SDG

Goal 3: Good health and well-being
Goal 11: Sustainable cities and communities
Goal 13: Climate action
Goal 14: Life below water
Goal 15: Life on land

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Premi e riconoscimenti

  • Erasmus+, Programme, KA2 - Cooperation for Innovation and the Exchange of Good Practices, KA203 - Strategic Partnerships for higher education conferito da European Commission (2019)
  • Agritecture and Landscape Awards - Expo Milan conferito da Expo Milano, Italia (2015)

Partecipazioni scientifiche

Comitati editoriali

  • URBANISTICA INFORMAZIONI (2018-), Membro del Comitato Editoriale

Congressi

  • 6TH INTERNATIONAL CONFERENCE URBAN E-PLANNING (7/4/2022-12/4/2022), Discussant
  • 5TH INTERNATIONAL CONFERENCE URBAN E-PLANNING (7/9/2021-10/9/2021), Discussant
  • IUCN World Conservation Congress (3/9/2021-11/9/2021), Discussant

Altri incarichi di ricerca o didattica esterni

  • Visiting Researcher, presso Université Grenoble-Alpes (1/9/2012-31/12/2012)

Reti di ricerca

Didattica

Insegnamenti

Dottorato di ricerca

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Corso di laurea magistrale

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Corso di laurea di 1° livello

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