Un Ateneo in musica
È la musica al centro dell’evento che si è tenuto il 19 maggio scorso nell’Aula Magna del Politecnico, musica che unisce e ispira, e che si fonde con l’energia giovanile dell’Ateneo. A conclusione del ricco Programma Primavera di Polincontri Musica 2024/2025 promosso da Fortissimo PoliTO, le porte del Politecnico si sono aperte a tutti gli amanti della musica, classica, pop e rock: una festa che non ha conosciuto barriere, integrando in un unico luogo ogni genere, forma e stile di quel linguaggio universale che è la musica.
Ad esibirsi sul palco dell’Aula Magna, gli e le studenti musicisti dell’Ateneo: al pianoforte Pietro Viero, con il brano Back to Life di Giovanni Allevi, Mattia Di Campli, con il brano Barcarole Veneziane Op. 30 No. 6 e Op. 19 No. 6 di Mendelssohn, Akin Aydemir, con la Sonata “Chiaro di luna”, I Movimento di Beethoven, Chgan Tolga Afadjan, con la Sonata K.466; F. Chopin: Notturno in mi minore Op. 72 No. 1 di Scarlatti, Dario Di Gregorio, con il brano Fantasia di Di Gregorio, Lorenzo Giammarini, con il brano Variazioni su un tema di Händel Op. 24: Tema, Var. 1–8, 10–13, 25 di Brahms, Serena Ficili, con il brano Notturno Op. 9 No. 1 in si♭ minore; F. Schubert: Serenata S. 560 No. 7 di Chopin, Alessandro Navone, con il brano Suite Bergamasque (Prélude e Menuet) di Debussy, Lorenzo Lattore, con il brano Rapsodia No. 2 in sol minore; R. Schumann: Träumerei da Kinderszenen di Brahms, Pierfrancesco Maria Settimi, con il brano Étude-Tableaux Op. 33 No. 8 in sol minore; E. Morricone: Playing Love di Rachmaninov, Ionut Ovidiu Vrabie, con il brano Valse brillante Op. 34 No. 1; Notturno No. 20 Op. postuma di Chopin, Edoardo Villari, con il brano Rapsodia in sol minore Op. 79 No. 2; F. Mendelssohn: Preludio in si minore Op. 104a No. 2 di Brahms, Lorenzo Maria Aronne, con il brano “Urbes Cordis” – II. “Torino”; R. Schumann: “Waldszenen” – VII. “Vogel als Prophet” di Aronne, Anna Giulia Alvandi, con il brano Ballata in sol minore Op. 23 No. 1; N. Kapustin: dai Concert Etudes Op. 40 No. 2 “Reverie” in la♭ maggiore di Chopin.
E ancora, la voce si è intrecciata alla musicalità dello strumento nell’esibizione di chitarra e voce di Negar Varshochi, sul palco con il brano Rises the Moon; Laufey: I Wish You Love di Liana Flores, e di pianoforte e voce di Mattia Monaco e Carmelo Pennisi, rispettivamente esecutori dei brani Medley pop e Se ti innamori muori di Noemi. Ad incantare il pubblico con le note leggere del Setar – strumento iraniano simile ad un liuto – è stato invece Ali Rahmatpour, con il brano Improvisation in Iranian.
Protagonista quindi la sola voce nell’esibizione del Coro PoliEtnico: Virgilio Savona ha cantato il brano Il cammello e il dromedario, con l’arrangiamento di Benedetta Nofri, e Hans Christian Jochimsen il brano Lord Hold Me; il Coro ha infine eseguito il brano An Irish Blessing, con l’arrangiamento di James E. Moore Jr., e il brano Amezaliwa, con l’arrangiamento di Edwardi Kabuka.
Infine, il pubblico ha assistito alle esibizioni dei gruppi musicali Still Settling, Team PoliTek e Yellow Sweet Little Robots: il primo – composto da Matteo Silvatici, alla tastiera, Martina Canfora, alla voce, Sergio Princivalle, alla batteria, Lorenzo Russo, alla chitarra elettrica, e Pasquale Prencipe, alla chitarra – si è esibito con i brani House of the Rising Sun di Bob Dylan, e All American Bitch di Olivia Rodrigo; il secondo – composto da Angelo Tedesco, alla Drum machine, Filippo Vignoli, alla chitarra elettrica, Leonardo Donvito, ai sintetizzatori & sampler, e Federica Spataro, alla voce – si è esibito con brani di musica elettronica; il terzo – composto da Emanuela Pecorella, alla voce, Mauro Martini, alla chitarra, Alessandro Navone, al pianoforte, Luigi Mazzara, al basso, e Simone Angarano, alla batteria – si è esibito con i brani Ain’t No Sunshine di Bill Withers e La mia banda suona il rock di Ivano Fossati.