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10/04/2025
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Sei progetti di Ateneo selezionati dal prestigioso programma europeo di formazione imprenditoriale Conception X

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Le dottorande e i dottorandi di ricerca di Ateneo selezionati

Sono sei i progetti di Ateneo selezionati dal prestigioso programma internazionale Conception X, dedicato alla formazione di dottorandi e dottorande di ricerca di tutta Europa sulle tematiche dell’imprenditorialità nell’ambito delle nuove tecnologie. Un numero significativo, considerando che il programma ha accettato in tutto 120 proposte provenienti da 42 università di 8 paesi diversi: i dottorandi e le dottorande del Politecnico coinvolti in questi progetti potranno così prendere parte ad un percorso di formazione, della durata di nove mesi, che contribuirà allo sviluppo delle loro competenze imprenditoriali, accompagnati nell’esperienza da esperti ed investitori del settore. Obiettivo ultimo del programma è supportare i giovani ricercatori e ricercatrici nel progettare e lanciare sul mercato una startup che possa avere ricadute e impatto positivi sulla società.

Conception X è un’organizzazione no-profit del Regno Unito responsabile di uno dei principali programmi europei di formazione imprenditoriale, rivolto a giovani ricercatrici e ricercatori: dal 2018, Conception X ha formato più di 450 team di dottorandi e dottorande provenienti da oltre 60 università, nel Regno Unito e in Europa, che hanno complessivamente creato più di 120 aziende nel settore del Deep Tech, quell’insieme di innovazioni basate su scoperte scientifiche e ingegneristiche avanzate che mirano a risolvere problemi complessi e di grande impatto e che trovano applicazione in settori come l’intelligenza artificiale, le biotecnologie, le nanotecnologie, la robotica, le energie rinnovabili e la quantistica.

“Il numero elevato di domande inviate a Conception X dai dottorandi e dalle dottorande di ricerca del Politecnico di Torino rivela l'interesse per l'imprenditorialità tra le nuove generazioni di ricercatrici e ricercatori – commenta la Vicerettrice per l’Innovazione scientifico-tecnologica Giuliana MattiazzoSiamo felici che molti di loro siano stati selezionati per partecipare all'iniziativa”.

I sei progetti di Ateneo selezionati

Il progetto ARBoard, che vede coinvolto il dottorando del Dipartimento di Automatica e Informatica-DAUIN Giorgio Insinga, mira a creare un'applicazione basata sulla realtà aumentata con l’ambizione di semplificare le complesse operazioni di debug – individuazione e correzione degli errori – dei circuiti stampati (PCB). La fase di debug gioca infatti un ruolo chiave nel ciclo di sviluppo di un circuito stampato e rappresenta una delle maggiori spese per le aziende manifatturiere. Trovare i punti di ispezione appropriati è un'attività che richiede molto lavoro da parte di tecnici specializzati, risultando per questo particolarmente soggetta a errori umani: compito dell’applicazione creata nell’ambito del progetto ARBoard è quindi estrarre i dati necessari dai documenti pubblici – schemi elettrici e file di posizionamento – consentendo così, con maggiore facilità, il debug dei circuiti stampati.

Il progetto e-CO2Synth, che vede coinvolta la dottoranda del Dipartimento Scienza Applicata e Tecnologia-DISAT Federica Zammillo, ha come obiettivo la commercializzazione di un innovativo sistema elettrochimico per la conversione dell'anidride carbonica (CO2), da installare a valle delle fonti di emissione. Si tratta di una tecnologia innovativa, capace di accelerare significativamente la decarbonizzazione del settore chimico industriale, consentendo agli impianti industriali e alle applicazioni decentralizzate su scala ridotta di mitigare le emissioni di COe adottare pratiche di economia circolare. La soluzione e-CO2Synth si distingue per l'efficienza energetica e la capacità di operare direttamente nei siti di emissione, riducendo così i costi di trasporto e migliorando l'efficienza complessiva del processo di cattura e conversione dell’anidride carbonica. Il progetto rientra nel quadro delle ricerche portate avanti, in Ateneo, dal gruppo CREST – afferente al DISAT – impegnato nello studio di processi chimici innovativi per sviluppare un modello di società più sostenibile. 

Il progetto LIGflex, che vede coinvolti i dottorandi del DISAT Giacomo Spisni e Tommaso Serra, si concentra sulla produzione di elettrodi, conduttori flessibili e di forma personalizzata che cercano di rispondere ad una potenziale domanda di mercato di tecnologie innovative quali dispositivi a idrogeno non standard, sistemi indossabili o sensori ambientali. Realizzare questi prodotti richiede oggi procedure complesse e costosi riadattamenti: LIGflex cerca così di semplificare le fasi della produzione adottando un approccio innovativo, basato sullo sviluppo di elettrodi su misura per il cliente. La ricerca rientra nel quadro degli studi portati avanti, in Ateneo, dal gruppo Materials and Processes for Micro and Nano Technologies afferente al DISAT.

Il progetto ORiS, che vede coinvolti la dottoranda del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni-DET Anna Mauro e i dottorandi Domenico Edoardo Sfasciamuro del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale-DIMEAS e Francesco Lopez del Dipartimento Energia-DENERG, ha come obiettivo lo sviluppo di un sistema di ricarica energetica nello spazio attraverso la realizzazione di una centrale elettrica orbitante, centrale in grado di ricaricare a distanza altri satelliti. La tecnologia prevede, nello specifico, l'uso di laser ad alta potenza, in grado di trasmettere kilowatt di potenza su lunghe distanze con elevata precisione e affidabilità. La prima applicazione prevista da ORiS riguarda il mercato lunare, per ricaricare i futuri habitat lunari e alimentare le attività di esplorazione sulla superficie lunare. Questa tecnologia può essere però utilizzata in numerose altre applicazioni: dalla rimozione attiva dei detriti spaziali, al trasferimento di energia senza fili per usi civili e industriali in ambiente terrestre.

Il progetto PlantZCare, che vede coinvolti i dottorandi del DET Luca Rolle, Mattia Barezzi e Stefano Calvo, affronta le inefficienze degli attuali sistemi di monitoraggio della salute delle piante, che risultano spesso invasivi, costosi e imprecisi. Rivolto alle aziende agricole di medie e grandi dimensioni, PlantZCare offre un dispositivo unico, compatto e a basso consumo energetico indossabile dalle piante, dispositivo che fornisce un'analisi in tempo reale e non invasiva della salute delle piante utilizzando la valutazione della bioimpedenza elettrica in vivo – la misura dell’opposizione di un circuito al flusso di corrente che, nel caso delle piante, varia in risposta a fattori come lo stress idrico, i cicli di attività svolte nelle ore notturne e altre attività stagionali. Questa soluzione migliora la gestione delle risorse e riduce i costi di produzione, rendendola un'alternativa economicamente vantaggiosa per un'agricoltura sostenibile e una migliore produttività delle colture. Il progetto è svolto nell’ambito delle ricerche portate avanti, in Ateneo, dal gruppo eLiONS (electronic Life-Oriented iNtelligent System) – afferente al DET – che si occupa nello specifico della progettazione e implementazione di sistemi intelligenti per il settore biomedico e agroalimentare.

Il progetto StarLIGH2T, che vede coinvolta la dottoranda del DISAT Debora Ferrari, mira a espandere il crescente mercato dell'idrogeno verde, contribuendo al processo globale di decarbonizzazione. Alla base dello studio, lo sviluppo e commercializzazione di un nanomateriale fotocatalitico in grado di catturare un inedito 90% della luce solare, abbinato a un fotoreattore personalizzato per consentire un'efficiente produzione di idrogeno verde attraverso la scissione dell'acqua. La semplicità della tecnologia e le elevate prestazioni del fotocatalizzatore rendono così la soluzione STARLIGH2T altamente competitiva rispetto allo stato dell'arte nel settore fotocatalitico. Il progetto è svolto nell’ambito delle ricerche portate avanti dal gruppo di ricerca Fabris Lab.