Come guidare la complessità

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I dieci moduli del progetto formativo.
Il Direttore scientifico del Master spiega il cuore dell’iniziativa

L’Executive Master Business & Technology (EMBT) è progettato e realizzato dalla Scuola Master del Politecnico di Torino e da CUOA Business School. Il primo ciclo formativo è iniziato il 27 ottobre 2023, durata prevista 20 mesi (fino al 19 luglio 2025), 10 i moduli didattici, 500 ore di formazione, oltre 25 i docenti coinvolti e 30 i partecipanti provenienti da alcune delle migliori imprese operanti in Italia. Emilio Paolucci – docente del Dipartimento di ingegneria gestionale e della produzione del Politecnico di Torino e Direttore scientifico del Master - sintetizza così il cuore dell’iniziativa: “Il nostro obiettivo è fornire gli strumenti per acquisire una vera cultura politecnica, capace di cogliere aspetti dell’impresa solo in apparenza distanti, ma in realtà sempre più compenetrati tra di loro e la cui conoscenza costituisce il fondamento del buon manager e dell’imprenditore avveduto”.

Si tratta di un’impostazione che segue alcune parole d’ordine come resilienza e flessibilità, ma che deve essere resa concreta e operativa.

Tutto parte dal superamento della vecchia impostazione di gestione d’impresa. “Il management di una volta – dice Paolucci -, significava controllo e organizzazione gerarchica. Oggi il ruolo del manager  non è solo controllare ma prima, e soprattutto, deve essere capace di capire come prendere le decisioni migliori nel più breve tempo possibile sulla base di dati ed esperienza, come far lavorare insieme le persone esaltando le competenze dei singoli, come gestire l’incertezza”.

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Un mix di insegnamenti pensati per manager che vogliono consolidare la propria formazione, oltre la competenza sul campo.

Paolucci quindi precisa: “La tecnologia scrive una porzione importante di futuro, ma alcune parti del copione e soprattutto la riuscita dell’intera opera, dipendono da chi la interpreta. Serve quindi la capacità di comprendere insieme tecnica ed economia mettendo al centro le persone che delle imprese sono il vero motore, senza perdere efficienza e, anzi, acquisendo competitività”.  

“Detto in altro modo – sottolinea Paolucci -, il Master forma manager capaci di interpretare le tecnologie non solo dal punto di vista tecnico, ma anche tenendo conto delle relazioni tra tecnologie diverse, del loro sviluppo e della necessità di guidarlo e non solo prevederlo o, peggio, seguirlo. Un ambito d’azione in cui deve prevalere la visione d’impresa su quella semplicemente funzionale. Così come occorre essere capaci di guardare fuori dal proprio stabilimento: la conoscenza della concorrenza e dei mercati, di quanto accade nei sistemi economici nei quali l’impresa si muove costituiscono altrettanti ambiti di formazione”. Tutto senza dimenticare le persone. Paolucci precisa: “Insegniamo anche a lavorare insieme in un ambiente decisionale molto più complesso e dinamico rispetto al passato. Questo è fondamentale. Se le persone non sono capaci di condividere idee, svilupparle e ad applicale correttamente, per l’impresa è un disastro. C’è bisogno invece di persone in grado di lavorare bene tra di loro per affrontare causalità più complesse di prima e riuscire a guidarle in tempi più rapidi”.

Il Master risponde quindi a due necessità: da un lato, il miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza d’impresa; dall’altro, il bisogno delle persone di acquisire competenze nuove e diverse da quelle tradizionali; conoscenze che facciano crescere professionalmente e che spesso non si possono raggiungere solo con la pratica.

Si tratta di bisogni che possono essere soddisfatti insieme: per le aziende non conviene più avere persone che magari costano poco e lavorano mediamente bene, ma che non sono in grado di fare accelerare l’impresa. Si tratta di due mete che portano ad un unico traguardo: riuscire a guidare la complessità.