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08/02/2024
In Ateneo

L’impatto degli eventi estremi sul territorio: istituzioni e università in dialogo

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Le idee e prospettive emerse nel corso del confronto

Un workshop per riflettere insieme alle istituzioni locali sui fenomeni estremi che colpiscono oggi, con crescente frequenza e violenza eccezionale, le nostre città e aree metropolitane: questi i temi affrontati dal Partenariato Esteso del progetto PNRR “RETURN” (Multi-Risk science for resilient communities under a changing climate), di cui il Politecnico è membro insieme ad altre importanti Università ed Enti pubblici di ricerca, Enti non aventi scopo di lucro, Strutture governative ed Enti con finalità economiche italiani. Ad accomunare i numerosi soggetti coinvolti, l’impegno nel rafforzare le filiere della ricerca sui rischi naturali, ambientali e antropici a livello nazionale, promuovendo il confronto con le catene del valore strategiche in Europa e nel resto del mondo.

L’1 e il 2 febbraio scorsi l’Ateneo ha quindi ospitato uno dei momenti di condivisione previsti dal progetto per la disseminazione delle attività realizzate, dalle prime fasi di avvio ad oggi. Con il supporto del Politecnico è stato possibile allestire sessioni scientifiche di approfondimento, presentazioni orali e momenti di confronto e discussione tra i ricercatori coinvolti e i principali rappresentanti delle Istituzioni sul Territorio.

Nello specifico, a margine di questo incontro, nel pomeriggio del 2 febbraio si è tenuto un workshop di confronto tra gli attori istituzionali locali, coordinato da un gruppo di ricercatori delle Università ed Enti di ricerca partner Napoli Federico II, EURAC Research di Bolzano, Genova e Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS). Il Workshop ha posto in rilievo il tema dei potenziali impatti associati a eventi idrometeorologici estremi – ad esempio ondate di calore e piogge intense – in ambiente urbano e metropolitano, e delle possibili strategie di mitigazione del rischio e adattamento.

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Lo svolgimento del Workshop

Circa 30 gli ospiti che hanno aderito all’iniziativa: i sindaci di Moncalieri, Alpignano e Mappano, gli esponenti della Città Metropolitana di Torino, dell’Ordine degli Ingegneri e dell’Ordine degli Architetti, i rappresentanti della Soprintendenza ai Beni Culturali, della Prefettura di Torino, dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA), della Società Metropolitana Acque Torino (SMAT), dell’ASL, della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco e del Gruppo Torinese Trasporti. Oltre alle figure citate, hanno preso parte all’evento anche membri di Italia Nostra, Fondazione CRT, Torino Social Impact, Unione Culturale Antonicelli, INU Piemonte Valle D’Aosta, Mi Lego al Territorio, Reframe Studio, Delegazione FAI e Urban Center Torino.

Il dialogo tra i partecipanti e gli organizzatori ha portato ad un interessante scambio di prospettive e punti di vista, presentando idee e suggerimenti ritagliati sui singoli territori, aree specifiche che necessitano di un’attenta analisi di campo. Significativo l’accento posto, nel corso del confronto, sull’urgenza di sviluppare e testare nuove metodologie, di individuare azioni e strategie in grado di accrescere la resilienza delle comunità e del territorio rispetto a fenomeni e processi naturali esacerbati dal cambiamento climatico in atto. Rilevante anche il focus sulle competenze ritenute necessarie nella gestione delle varie fasi del rischio e dei quadri normativi di riferimento.

Primo di una serie, il workshop ha raccolto il gradimento delle Istituzioni coinvolte, rivelando l’interesse attivo che queste, e gli altri Enti del territorio, hanno dimostrato nei confronti di un rischio percepito come sempre più imminente a fronte delle mutate condizioni climatiche del nostro Paese.

Servono dunque risposte adeguate in termini di strumenti e pratiche, questo il messaggio veicolato dall’iniziativa, al crescente diffondersi di eventi estremi sul nostro territorio. Azioni e politiche strategiche che prestino attenzione alle specificità dei territori, alla sostenibilità dei tempi di risposta, alle vulnerabilità fisiche e sociali dei contesti locali, e allo sviluppo di competenze e conoscenze adeguate; strumenti inderogabili per preparare la società ad affrontare l’eccezionalità meteorologica che sempre di più farà parte della nostra quotidianità.