La delegazione del Politecnico nel corso delle riunioni della rete Magalhaes
02/07/2024
In Ateneo

Il Politecnico in Argentina e Uruguay per la rete Magalhães

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La delegazione del Politecnico e lo Steering Committee della rete Magalhaes insieme alla delegazione di UBA
La delegazione del Politecnico e lo Steering Committee della rete Magalhaes insieme alla delegazione di UBA

Una delegazione del Politecnico – composta da Elisa Armando, Alberto Godio, Piergiorgio Rossi e Roberto Zanino – ha visitato dal 25 al 27 giugno il Sudamerica per la riunione dello Steering Committee della rete Magalhães, che il nostro Ateneo in questo momento presiede.

Prima tappa in Argentina, dove la prima giornata di riunioni si è tenuta presso l’Universidad de Buenos Aires (UBA), una delle più grandi università pubbliche al mondo con una comunità di circa 400 mila persone, recentemente entrata a far parte della rete. La seconda giornata è stata ospitata presso l’Instituto Tecnológico de Buenos Aires (ITBA), ateneo da tempo membro della rete e fortemente focalizzato sulle tematiche dell’imprenditorialità.

Fra i molti temi all’ordine del giorno della riunione: la discussione della EU-CELAC 2024-2027 Strategic Roadmap, che dovrebbe servire da cornice per lo sviluppo delle nuove linee della rete sui fronti del dottorato e del settore ricerca e innovazione, che si vanno ad aggiungere a quella tradizionale, focalizzata sulla mobilità degli studenti di laurea magistrale fra le due sponde dell’Atlantico; la definizione dei criteri per l’identificazione di possibili nuovi partner della rete (con particolare riferimento a quelli della copertura geografica regionale e dell’eccellenza); la discussione del progetto del Ministero per l’Istruzione e la Ricerca “Trans-National Education” con focus sull’America Latina, recentemente vinto da una cordata che comprende il Politecnico e oltre la metà delle università latinoamericane della rete; l’organizzazione della prossima Assemblea Generale della rete, che si terrà in ottobre a Santiago del Cile e Valparaiso, dove sono presenti tre università Magalhães.

A margine delle riunioni dello Steering Committee è stato possibile incontrare autorità accademiche, docenti, responsabili delle relazioni internazionali, dottorandi e studenti dei due Atenei che le hanno gentilmente ospitate, nonché visitare qualcuno dei loro laboratori.

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Da sinistra: il Pro Rettore di UDELAR Álvaro Mombrú, il professor Zanino e il Rettore di UDELAR Rodrigo Arim
Da sinistra: il Pro Rettore di UDELAR Álvaro Mombrú, il professor Zanino e il Rettore di UDELAR Rodrigo Arim

Il terzo giorno, lo Steering Committee e la delegazione del Politecnico si sono spostati in Uruguay, dove hanno fatto visita all’Universidad de la República (UDELAR) di Montevideo, la più grande università pubblica dell’Uruguay con circa 150 mila studenti, anch’essa recentemente entrata a far parte di Magalhães, e sono stati ricevuti dal Rettore Rodrigo Arim, dal Pro Rettore Álvaro Mombrú e dal Decano della Facultad de Ingeniería. Anche in questo caso, il gruppo ha potuto visitare qualcuno dei laboratori e la galleria del vento di UDELAR.

L’ultimo giorno, il professor Zanino ha poi ancora incontrato Daniel Felipe Salamone, presidente del CONICET (il CNR argentino), Paula Nahirñak, Sottosegretaria con delega a Ciencia Tecnología e Innovación Productiva del Governo argentino e Fabrizio Lucentini, Ambasciatore d'Italia a Buenos Aires.

La Presidenza della rete Magalhães sta offrendo al Politecnico un’occasione molto importante per approfondire le sue relazioni e intensificare le sue collaborazioni con le più importanti università latino-americane – commenta il professor Zanino - È una parte del mondo dove le radici, in particolare italiane, di una frazione significativa della popolazione, e più in generale la stretta vicinanza culturale e valoriale con buona parte dell’Europa, sono tuttora molto sentite e costituiscono un’ottima base per qualsiasi attività futura il Politecnico deciderà di intraprendere in quella regione, a parziale compensazione della sua instabilità. Ci auguriamo che quegli stessi aspetti vengano sempre più riconosciuti e valorizzati dagli stati membri dell’Unione Europea e dalla Commissione Europea.